Il marmo irpino “celebrato” anche da Csi Miami

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Diciottesimo episodio della prima stagione di Csi Miami. La polizia è nel magazzino di un importatore di marmo, trafficante di droga. Distrugge un lastrone per cercare la cocaina: niente. Minaccia di romperne un altro e il titolare protesta: “Andiamo, questo marmo viene dalla provincia di Avellino. Avete idea di quanto costi uno di questi”. Forse non lo sa il detective protagonista, Horatio Caine, che riuscirà alla fine a trovare ciò che cerca. Lo sanno però molto bene – evidentemente – gli sceneggiatori di una delle serie tv americane più note e seguite anche nel nostro Paese.

Il marmo tanto prezioso è quello fatto con breccia irpina proveniente dalle cave dei comprensori di Fontanarosa e Gesualdo, una pietra millenaria di colore grigio-beige con venature più scure (i cosiddetti “favacci”), dura, resistente e per questo adatta alla costruzione di ambienti esterni. Tanto da essere stata scelta, ai tempi dei Borbone, per la realizzazione delle Reggia di Caserta e del Palazzo reale di Portici, oltreché per chiese e altri edifici nobiliari.

Un materiale diffuso in tante parti d’Irpinia. Fontanarosa, però, è la località che più di tutte ha legato la propria storia a questo tipo di lavorazione ed oggi sono tante qui le fabbriche artigianati che portano avanti questa antica tradizione. I vicoli del centro storico ne sono una testimonianza con portali, archi, fontane, scale, splendidi esempi delle capacità degli scalpellini locali. Alla pietra (e alla paglia, altro elemento caratteristico della tradizione locale) è dedicato anche un museo civico in cui sono costudite diverse opere tra cui due maestosi mortai, realizzati da blocchi di pietra di oltre 100 quintali.