Gli artigiani della paglia e del legno protagonisti di riti secolari diventati Patrimonio Unesco

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Obelischi altissimi costruiti con paglia, cartapesta, legno e portati in giro per le strade cittadine tra ali di folla festante: la grande tradizione artigiana rivive in Campania in riti tanto antichi da essere inseriti dall’Unesco nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità.

Il più famoso è sicuramente quello di Nola dove gli artigiani del legno e della cartapesta lavorano mesi interi per presentarsi al meglio all’appuntamento del 22 giugno, la famosissima Festa dei Gigli dedicata a San Paolino. Oggetto di tanto impegno sono costruzioni lignee alte 25 metri con base cubica di tre metri per lato e un peso di oltre venticinque quintali. I Gigli, così chiamati, sono 8 e vengono identificati col nome delle antiche corporazioni di arti e mestieri (Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Barca, Beccaio, Calzolaio, Fabbro, Sarto). Gli artigiani locali li rivestono con decorazioni in cartapesta, stucchi o altri materiali secondo temi religiosi, storici o d’attualità e poi, nel giorno della festa, i “cullatori” che li trasportano sono chiamati a prove di abilità e di forza veramente spettacolari.

Simili monumenti di artigianato sono al centro di analoghe manifestazioni in altri comuni della regione. A Napoli nel quartiere di Barra, nell’ultima domenica di settembre, le “paranze” si sfidano alzando “gigli” di legno di 30 metri realizzati nelle botteghe da falegnami esperti. In provincia di Avellino, a Fontanarosa (il 14 agosto), Mirabella Eclano (il 18 settembre), Flumeri (il 8 agosto), Villanova del Battista (il 27 agosto), invece, gli obelischi sono rivestiti di paglia intrecciata artisticamente. Tra i momenti principali della festa c’è quello dell’alzata della torre che coinvolge centinaia di persone, così come la sfilata che avviene con carri trainati da buoi o con trattori. La paglia intrecciata è protagonista anche a Foglianise e a San Marco dei Cavoti dove a sfilare per le strade cittadine sono carri addobbati splendidamente con composizioni che richiamano gli elementi essenziali dell’agricoltura e della festività religiosa. Si tratta in tutti questi casi di manifestazioni cattoliche che affondano però le loro radici in più antichi riti pagani propiziatori del buon raccolto del grano.

Ciò che ne emerge con chiarezza, oltre al folklore degli eventi, è la bravura degli artigiani locali (oltre che degli architetti che progettano le strutture), capaci di realizzare vere e proprie opere artistiche.